Frutto di uno studio condotto nell’ambito del Progetto Santuari antichi di area etrusco-laziale: interferenze religiose e culturali, coordinato dal Premio Balzan 2014 per l’Archeologia Classica, Professor Mario Torelli, e finanziato dal Fondo Internazionale Premi Balzan, questa ricerca è incentrata sul culto dei Dioscuri in Italia, indagato nelle sue principali manifestazioni, nell’arco cronologico compreso tra l’età arcaica e l’età imperiale romana. La raccolta delle testimonianze relative al culto dei divini gemelli, organizzate in un Catalogo corrispondente al primo volume, evidenzia un panorama di grande complessità, nel quale il culto appare diffuso in modo capillare e profondamente assimilato nel panorama religioso dell’Italia antica fin da epoca remota, spia dell’esistenza di intensi rapporti tra mondo italico e mondo ellenico, in buona parte grazie al tramite delle colonie magnogreche, ma non solo.
Il secondo volume propone una ricostruzione diacronica e tematica dello sviluppo del culto, concentrandosi sui suoi aspetti fondamentali: una prima parte affronta il significato del culto in Sicilia, Magna Grecia e nell’Italia centrale, con particolare attenzione al legame con la sfera funeraria, alle tradizioni che legano le vittorie militari alla presenza dei Dioscuri sul campo di battaglia e ai rituali iniziatici dei giovani e relativi processi di integrazione nel corpo civico. Ne emerge un quadro complesso e variegato, dominato da una coppia divina ricca di sfaccettature e perfettamente adatta a soddisfare le esigenze di autorappresentazione di una realtà sociale la cui sopravvivenza era interamente imperniata sul tema della continuitas e sui meccanismi di successione. Una seconda parte del volume è dedicata invece al rapporto dei Dioscuri con le acque, nel loro legame con la navigazione, quella notturna in particolare, con la tutela delle navi in caso di tempesta, con i temi della sosta e dell’accoglienza degli stranieri. Dal loro carattere di divinità dell’hospitium e della reciprocità, un aspetto che permea in profondità la loro natura di dèi benevoli e salvifici, probabilmente origina, in un secondo momento, il nesso con la sfera della sanatio e con le divinità precipue, come Esculapio, con il quale i Dioscuri condividevano competenze mediche e benevole, ma anche, più in generale, la tutela delle categorie marginali e i relativi processi di integrazione in società. Divinità guerriere, ma essenzialmente benevole, salvifiche e garanti, i Dioscuri sono gli dèi della reciprocità e della scambievolezza, della marginalità e della possibilità di integrazione.
Elisa Marroni. Laureata in Archeologia Romana presso l’Università di Perugia, con una tesi dal titolo I culti dell’Esquilino, è Dottore di Ricerca in Archeologia Greca e Romana presso la stessa Università, con una tesi sulle ceramiche attiche a figure rosse del Museo di Tarquinia. Borsista dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha preso parte ai Progetti di Ricerca Santuari virgiliani nel Lazio antico e Santuari antichi di area etruscolaziale: interferenze religiose e culturali, coordinati dal Premio Balzan 2014 Professor Mario Torelli. Autrice di alcune monografie, tra le quali si ricordano I culti dell’Esquilino (Roma, 2010), Repertorio dei santuari del Lazio (Roma, 2011), L’Obolo di Persefone. Immaginario e ritualità dei pinakes di Locri (con Mario Torelli, Pisa, 2016), Vasi attici a figure rosse di Tarquinia (Pisa, 2017), e di alcuni articoli di carattere scientifico e di vario argomento, si occupa principalmente di archeologia del culto, con particolare riguardo alla religione romana.