L’Ecloga ad Claudiam uxorem, che nelle Silvae ricopre la funzione di ‘congedo’ del blocco di libri I-III, segna un punto di svolta tanto nella vita privata quanto nella carriera poetica del suo autore: Stazio, dietro la richiesta rivolta a Claudia di seguirlo a Napoli, propria città natale, rivela tra le righe l’intenzione di dedicarsi a un nuovo tipo di poesia, di cui sarà ispiratrice la terra partenopea. Da qui prende vita un’articolata celebrazione delle bellezze della Campania, non scalfite dall’eruzione del 79 d.C. ed anzi sublimate dall’ethos esemplare dei suoi abitanti. L’autore conduce il lettore in un magnifico tour del Golfo di Napoli, di cui canta le principali attrattive di natura paesaggistica e storico-culturale: su tutte domina la città di Partenope, che invera i caratteri della mitica età dell’oro fino a soppiantare Roma nel ruolo di capitale culturale dell’impero. Il commento proposto in questo volume evidenzia tanto la doctrina e la forte autocoscienza artistica di Stazio quanto il suo fitto e sottile dialogo col potere imperiale, nei confronti del quale rivendica la propria funzione di ‘poeta-vate’.
Valentino D’Urso (Avellino, 1988) è assegnista di ricerca in Lingua e Letteratura Latina presso l’Università di Salerno e abilitato ASN alla qualifica di professore associato per il medesimo settore. È docente di ruolo di Latino e Greco; insegna a contratto Lingua e Letteratura Latina presso le Università di Salerno e della Basilicata. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente l’epica latina di età imperiale, la produzione lirica di Stazio, gli opera minora di Tacito, l’esegesi ai classici in età umanistica.