Il 27 luglio 1944 un colpo di artiglieria raggiungeva il Camposanto Monumentale di Pisa, devastandolo. La guerra che stava incendiando l'Europa aveva travolto anche il patrimonio culturale della Nazione, fra bombardamenti, saccheggi, requisizioni. Il ricorso a nuove e potenti tecniche militari, in appoggio alla guerra psicologica che doveva indurre gli italiani alla resa, aveva scardinato tutti i precedenti piani per la tutela del patrimonio. In assenza di valide norme internazionali, che giungeranno solo con la Convenzione dell'Aja del 1954, l'Italia, fin dagli anni Trenta, progettava di mettere al riparo le sue più rilevanti ricchezze artistiche. Anche Pisa si preparò a difendere le proprie opere d’arte.