«Sono tempi molto duri con la guerra, i generi alimentari che scarseggiano, anzi con l’introduzione della tessera annonaria siamo al razionamento dei viveri. Volti paurosi, membra che non sono più alimentate, si va incontro ad un futuro gravido di incognite, di pericoli e di sofferenze; gli operai sembrano saperlo e si preparano come possono a farvi fronte». Con questa narrazione vivida e pregnante, l’operaio Dino Grassi (1926-2023) inizia ad annotare meticolosamente, nella “memoria”, che è al centro di questo libro, la sua vita lavorativa al Cantiere del Muggiano della Spezia tra gli anni Quaranta e Ottanta del secolo scorso.
Dai ricordi che mette su carta emerge l’esperienza di una persona, ma anche della comunità che lo accoglie, investita dai grandi eventi storici: gli scioperi del 1944 e la Resistenza; la ricostruzione del paese e la rottura dell’unità sindacale; la restaurazione degli anni Cinquanta, la caduta del mito di Stalin, la progressiva riscossa operaia dai primi anni Sessanta, l’Autunno caldo e la successiva sconfitta.
In una fase di rimozione delle vicende del proletariato industriale, la “memoria” di Dino, insieme a un’intervista da lui rilasciata pochi mesi prima della scomparsa, ci invitano a indagare le storie di fabbrica e a recuperare la ricchezza politica e culturale allora prodotta, affinché non vada perduto un patrimonio che ancora ci può essere utile.