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Home Le Collane Clockwork. Gente di cinema (2) 9788846736048
Libro cartaceo
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Filmare dall'abisso

Sul cinema di James Cameron

Autore/i: Daniele Dottorini

Collana: Clockwork. Gente di cinema (2)

Pagine: 142, ill.
Formato: cm.14x21
Anno: 2013
ISBN: 9788846736048

Stato: Disponibile
  • Descrizione

James Cameron, ovvero Titanic, Avatar, Terminator, The Abyss, è il regista di un cinema come grande forma del vedere, come immersione in mondi fantastici, come luogo del desiderio e del terrore, come messa in gioco dei corpi e della tecnica. Il cinema come ultima forma del mito. Dal cortocircuito tra tempo e spazio in Terminator al grande saggio sul vedere come desiderio in Avatar, passando per l’attrazione e il terrore della visione come immersione, precipizio, forma liquida e cangiante in The Abyss o in Titanic, Cameron non si presenta come un regista che prefigura un “oltre” il cinema, ma come un autore che mostra la forza espressiva e attuale del “classico”, portando all’estremo le sue forme mediante un’incessante ricerca tecnologica. Nel suo gesto costante – riprendere ogni volta le forme del cinema e del suo immaginario – sta l’attualità dello sguardo cameroniano, e dunque la sua capacità di essere rivoluzionario, di inventare immagini che ripensano in profondità il cinema tout court. In questo libro si di-spiegano le immagini della produzione cinematografica di Cameron che sorgono su un abisso, reali e spettrali al tempo stesso, immagini catastrofiche e mitologiche, corpi che condensano in sé i più antichi racconti e che sono al tempo stesso proiettati nel futuro, nel nostro futuro.

Daniele Dottorini (1967) insegna Estetica del cinema presso l’Università della Calabria. È redattore di Fata Morgana, Filmcritica, Sentieri Selvaggi, Panoramiche/ Panoramiques e collabora con altre riviste di cinema e di filosofia. È autore di monografie su David Lynch (Recco, 2004), Jean Renoir (Roma, 2007), e ha curato testi sul cinema di Kubrick, Fassbinder, Coppola e Bresson; ha curato l’edizione degli scritti sul cinema di Ignacio Matte Blanco (Roma, 2000) e di Alain Badiou (Cosenza, 2010).