In che modo il cinema, da insieme di vedute animate destinate ai fotografi dilettanti, è arrivato ad essere, nel Ventesimo secolo, uno spettacolo universale, prodotto su scala internazionale e diffuso tra tutte le classi sociali? In che modo è riuscito a sopravvivere alla concorrenza di altre forme di intrattenimento e come è potuto diventare modello e fonte inesauribile di immagini nei social network? Rendere conto dell’importanza del cinema in quanto fenomeno sociale è l’obiettivo di questo libro, il quale esplora le difficoltà che un’analisi sociologica del film deve affrontare, discute il rapporto di complementarità istituito tra produttori e spettatori, mostra come l’insieme delle produzioni cinematografiche abbia creato un universo dello schermo al tempo stesso spaziale, temporale e corporeo, frammento di quella società dello schermo che oggi comprende televisione, computer e telefoni cellulari.
Pierre Sorlin (1933) è professore emerito di studi cinematografici all’Università di Paris III e ricercatore all’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna di Bologna. Tra i suoi ultimi lavori pubblicati in Italia, I figli di Nadar. Il secolo dell’immagine analogica (Einaudi, 2001), Gli italiani al cinema. Immaginario e identità sociale di una nazione (Tre Lune, 2009), Ombre passeggere. Cinema e storia (Marsilio, 2013).