Sapori e saperi disseminati nei percorsi della memoria, nelle lotte per il riconoscimento di un patrimonio insieme culinario e linguistico; gravide affamate, in preda a carnivora voracità, che si auto-infliggono trattamenti purgativi; una modernità che modifica i gusti e viene esperita per assaggi o divoramenti; la ferocia del cannibale fra miti, esotismo e genuini desideri alimentari; il cibo del bianco, buono da mostrare, e i porridge rituali che riempiono la pancia; la fame come orizzonte culturale qualificante sul quale i sistemi simbolici si modellano.
Il libro narra di arti del cibo filtrate dallo sguardo microscopico dell’etnografia. Economie nazionali, localismi identitari e rappresentazioni letterarie e iconografiche vengono qui riesaminati attraverso la lente del cibo e la memoria del gusto. Attraverso una puntigliosa analisi etnografica gli autori ricostruiscono le poetiche e politiche che si celano dietro ricette, pietanze, menù, miti e documenti storici per approdare a una visione non esotica, ma curiosa e interattiva, del cibo degli altri.
Zelda Alice Franceschi è antropologa culturale presso l’Università di Bologna. Conduce ricerche di campo in Argentina. Si occupa di storie di vita, di narrazioni biografiche e di questioni legate all’alimentazione. Vive a Bologna, in città, ma tenta diverse coltivazioni di piante in casa e sul terrazzo. Valentina Peveri è antropologa culturale presso l’Università di Bologna. Ha condotto ricerche di campo in Etiopia sulla fibra robusta di una pianta indigena e delle contadine che la coltivano. Cuoca dilettante fuori e dentro la scrittura, partecipa attualmente a vari progetti nel campo del cibo e della nutrizione.