È trattando allo stesso modo gli atti self regarding da quelli other regarding, che il diritto civile elabora dottrine dei doveri verso se stessi. Anche quando l’atto riguarda solo chi lo compie, in realtà viene istituito un terzo impersonale, creditore dell’obbligazione di condotta. Concetti come Dignità, Umanità, Buon costume funzionano come terzi interessati dalla condotta del singolo. La conseguenza di questa dottrina è che anche quando l’individuo non è in relazione con alcuno, in realtà non è solo, ma sempre in rapporto con un Altro, che tuttavia non coincide con un individuo fisico o giuridico, ma con un principio impersonale ed astratto. Il che consente al diritto civile di vietare condotte che in realtà riguardano solo chi le compie attraverso il retorico espediente per cui c’è sempre un terzo danneggiato, anche quando questo terzo è solo un astratto principio, inventato alla bisogna. Questo studio mira invece a dimostrare che la distinzione tra atti self regarding e atti other regarding ha un fondamento teorico certo, oltre che lo scopo di sottrarre alla sfera di illiceità condotte che non recano danno ad alcun terzo. È una tesi che può essere tenuta in considerazione nella fondazione e interpretazione delle regole civilistiche.
Giuseppe Cricenti, giudice, tiene i suoi corsi all’Università di Roma, dove è Incaricato di Diritto della Responsabilità civile. Ha fondato e dirige la rivista «Biodiritto». Su temi di bioetica e diritto ha tenuto corsi e relazioni in Università italiane e straniere. Oltre che di numerosi articoli, è autore delle monografie Il problema della colpa omissiva (Padova, 2002), I contratti in frode alla legge (Milano, 2006), Persona e risarcimento (Padova 2005), Il danno non patrimoniale (Padova 2006), I diritti sul corpo (Napoli, 2009).