Oggetto della trattazione è il rapporto tra causalità ed evitabilità alla luce del ruolo attribuito ai decorsi causali ipotetici: da un lato, la causazione di un evento lesivo (con le connesse problematiche relative alla presenza di cause alternative e alla descrizione dell’evento quale secondo termine del nesso di causalità) e, dall’altro, la valutazione controfattuale della rilevanza del comportamento alternativo lecito (quale paradigma della causalità ipotetica).
Il tema della evitabilità dell’evento, corredato delle problematiche della rilevanza dei decorsi causali ipotetici, del comportamento alternativo lecito e della causalità della colpa, è uno dei più complessi della teoria del reato e la vivacità dell’attuale dibattito dottrinale e giurisprudenziale sulla causalità (specialmente in relazione ai reati commissivi colposi e ai reati omissivi impropri) dà mostra della centralità del tema e della esigenza di pervenire ad una chiara sistemazione delle categorie dogmatiche fondamentali (causalità, colpa, omissione, imputazione oggettiva).
La questione, benché sorta sul piano della causalità come risvolto problematico dell’utilizzo della condicio sine qua non, è stata successivamente affrontata sul piano della imputazione oggettiva, come problematica specifica propria del reato colposo, in relazione ai canoni del comportamento alternativo lecito e del c.d. Pflichtwidrigkeitszusammenhang (nesso normativo tra colpa ed evento). L’indagine prende le mosse dall’esame degli orientamenti tradizionali e attraverso l’analisi delle soluzioni più innovative ed originali sviluppate dalla dottrina e giurisprudenza contemporanee nell’ambito della teoria della imputazione oggettiva dell’evento giunge ad affermare il rifiuto della dualità tra causalità e imputazione, sul presupposto che la ricerca sul nesso di causalità penalmente rilevante abbia ad oggetto il rapporto giuridico tra l’evento e un comportamento connotato da illiceità.
Kolis Summerer, dottore di ricerca in diritto e processo penale, è stata assegnista di ricerca e professore a contratto presso l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e dal 2009 è ricercatore di diritto penale presso la Libera Università di Bolzano, ove insegna diritto penale e legislazione minorile. È autrice di diverse pubblicazioni di parte generale e parte speciale, nonché in tema di biodiritto.