I tragici episodi di cronaca che, negli ultimi anni, raccontano del cruento uso della forza da parte dell’apparato di pubblica sicurezza hanno suscitato apprensione ed un vasto dibattito anzitutto in seno alla società ma anche tra i giuristi, chiamati nuovamente a riflettere sull’annoso problema della individuazione dei limiti che l’utilizzo della coazione pubblica incontra di fronte ai diritti fondamentali dell’individuo.
Il presente volume intende fornire un contributo a tale dibattito dal versante penalistico, prendendo a filo conduttore l’art. 53 c.p., il riferimento al quale si impone sia perché tale disposizione ha più volte fornito l’occasio per riflettere più ampiamente sul variabile punto di equilibrio tra esercizio dell’Autorità e rispetto della Libertà che essa concorre a definire, sia perché il quadro di sistema nel quale essa oggi opera ne autorizza una lettura distaccata dalle originarie matrici autoritarie ed in grado di valorizzarne anche la funzione di limite all’agire violento del pubblico ufficiale.
In specie, la ricerca intende evidenziare anzitutto quali siano i soggetti pubblici titolari del potere di utilizzare la forza, le situazioni di fatto al cui ricorrere essi ne possono fare uso, nonché le modalità con le quali l’utilizzo dei più comuni mezzi di coazione fisica deve avvenire. Verranno quindi esplorati i presupposti politici e normativi che sovraintendono all’uso della forza pubblica, e ciò sia nella prospettiva storica e comparatistica, sia in quella normativa attuale, muovendo anzitutto dalle coordinate di principio fissate dalla Costituzione e dalla CEDU. Seguirà quindi l’analisi del contenuto dei limiti di «necessità» e di «proporzione» che contribuiscono alla definizione sostanziale dell’ambito di liceità dell’agire violento del pubblico ufficiale, mentre nella parte finale della ricerca si cercherà di tirare le fila dell’intero discorso, che si arricchirà di alcune proposte ricostruttive.
Gianfranco Martiello è avvocato e ricercatore confermato in discipline penalistiche presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, dove insegna diritto penale I e II nell’ambito del Corso di studi in «Scienze giuridiche della sicurezza».