Condotta per lo più in brevi scritti rivolti alla discussione pubblica, in cui prende corpo la sua stessa idea di illuminismo, la riflessione kantiana sulla storia si collega al pensiero della ‘destinazione’ dell’uomo, nella sua duplice accezione: naturale e morale. È in rapporto al problema del dispiegamento delle sue disposizioni naturali che si chiarisce il significato dell’espressione che dà titolo al presente volume: nel vuoto della creazione. Con essa il filosofo non ha rimarcato il tratto lacunoso dell’animale ‘uomo’, individuando piuttosto nel vuoto la condizione necessaria (ma non sufficiente) perché si realizzi il fine ultimo della natura, nella forma del suo progressivo riempimento per opera dell’intero genere. Nel seguire la tendenza della cultura dell’epoca a dare risalto all’agire, secondo un modello di società laboriosa e aperta agli scambi, Kant ha rimarcato l’esigenza di mantenere viva la tensione ideale che sola è in grado di giustificare una prospettiva di cambiamento verso il meglio, altrimenti destinato a tradursi in un vantaggio meramente materiale.
Antonio Carrano (1957) insegna storia della filosofia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Le sue ricerche hanno riguardato in prevalenza filosofi dell’illuminismo e dell’idealismo tedesco. Ha curato l’edizione e la traduzione italiana di scritti di Fichte e di W. von Humboldt.