Per far fronte a una società di soggetti autointeressati, un certo liberalismo ha cercato dei meccanismi giuridici che consentano di fare a meno delle virtù dei singoli.
Ma questa concezione non pare risolvere vari problemi che attanagliano diverse società: per esempio garantire più libertà, ma anche più controlli (per contrastare terrorismo e criminalità); favorire la coesione e la solidarietà fra le persone, ma anche rispondere alle esigenze non di rado confliggenti dei singoli, che a volte rivendicano insaziabilmente diritti nei confronti degli altri e dello Stato.
La crisi delle democrazie deriva dalla mancanza di un ethos in grado di sorreggerle e dal dilagante individualismo. Risulta oggi imprescindibile promuovere le virtù civili e la diffusione di motivazioni a perseguire il bene comune anche quando contrasti con il proprio vantaggio. La principale sorgente di fioritura umana e sociale e di virtù civili sono le comunità umanizzatrici, e il loro inestimabile vivaio, nonché il fondamento cruciale della società, è la famiglia (come già sottolineavano Aristotele, Cicerone, Locke, Hegel e tanti altri).
È dunque interesse intrascendibile dello Stato (anche per il liberale Rawls) promuovere questo istituto, che è una componente decisiva del bene comune politico. E va rilanciata un’antropologia relazionale (Tommaso d’Aquino): la vita associata è un elemento cruciale del bene di ciascuno.
Giacomo Samek Lodovici è Docente di Storia delle dottrine morali e di Filosofia della Storia all’Università Cattolica di Milano. È autore di svariati saggi e delle seguenti monografie: La felicità del bene. Una rilettura di Tommaso d’Aquino, Vita e Pensiero 2002; L’utilità del bene. Jeremy Bentham, l’utilitarismo e il consequenzialismo, Vita e Pensiero 2004; Il ritorno delle virtù. Temi salienti della Virtue Ethics, ESD 2009; L’emozione del bene. Alcune idee sulla virtù, Vita e Pensiero 2010.