«Non c’è uno studio di storia della filosofia, della scienza o di “storia delle idee” che vi si avvicini neanche lontanamente per valore intrinseco. Se non una prova, segno ne è il fatto che sembra averlo letto sì e no mezza dozzina di persone». Così Leo Strauss descrive il libro dell’amico Jacob Klein, pubblicato fra il 1934 e 1936 con il titolo Die griechische Logistik und die Entstehung der Algebra, qui per la prima volta tradotto in italiano. Con un’analisi estremamente raffinata, Klein mostra come la matematica moderna esautori la concezione greca del sapere e del nostro rapporto con l’esperienza, sostituendo a una visione di forme date una tecnica articolata simbolicamente.
Jacob Klein (1899–1978), nato in Russia da famiglia ebraica, studia e si forma in Germania dove è allievo di E. Husserl, N. Hartmann e M. Heidegger, nonché amico di figure come H.-G. Gadamer, H. Jonas, A. Koyrè, G. Krüger e, soprattutto, L. Strauss. Trasferitosi nel 1938 negli Stati Uniti, dal 1940 sino alla morte insegna al St. John’s College di Annapolis. Oltre che di questo libro, è autore di A Commentary on Plato’s Meno (1965) e Plato’s Trilogy: “Theaetetus”, “The Sophist” and “The Statesman” (1977). Alcuni dei suoi saggi più significativi sono stati raccolti nel volume Lectures and Essays (1985).