È e possibile una “spontaneità malata”? È possibile, ovvero, pensare la malattia come una dinamica in continuità con il procedere spontaneo e armonico della natura? Félix Ravaisson, nel corso della sua produzione, sviluppata lungo il XIX secolo e situata tra filosofia, scienza medica e psicologia, ha cercato di rispondere a simili questioni. Attraverso un’analisi incentrata dapprima sul problema dell’abitudine, intesa come legge di regolazione del normale e del patologico nel corpo, poi sulla follia – in stretto rapporto con le ricerche neurologiche e psichiatriche di metà Ottocento –, Ravaisson è arrivato a tracciare un’immagine della malattia a metà tra disordine organico e disfunzionalità psichica.
Denise Vincenti (La Spezia 1988), Dottoressa di ricerca in Filosofia presso le Università di Pisa e Firenze, è attualmente assegnista di ricerca in Storia della filosofia all’Università degli Studi di Firenze. È inoltre Chercheuse associée dell’UR CERES dell’Institut Catholique di Tolosa e membro dell’équipe di ricerca sul fondo manoscritto di Félix Ravaisson (Bibliothèque Nationale de France). Studiosa di temi di estetica, psicologia e storia della filosofia nel pensiero francese del XIX e XX secolo, ha pubblicato vari articoli su riviste nazionali e internazionali e curato, assieme a Chiara Beneduce, il volume Oeconomia corporis. The Body’s Normal and Pathological Constitution at the Intersection of Philosophy and Medicine (ETS, 2018).