L’oggetto puro

La filosofia di Descartes ha l’odore stantio del già noto. Chi non ha mai sentito dire: «cogito, ergo sum»? Chi non crede di sapere che vi si annidi l’inizio della filosofia del soggetto o del dominio della tecnica? Eppure, in Descartes le cose non si prestano a narrazioni così unilaterali. A dare vita a queste mitologie è stata una semplificazione potente che ha separato il metafisico dal matematico e la teoria dai fini per cui veniva edificata. È parte di quella totalità che con il presente volume si intende riguadagnare, mostrando come la filosofia e la geometria cartesiane debbano essere intese in reciproco rapporto, in modo che l’una illumini l’altra. “Quale strada seguirò nella vita?” – si chiedeva, in sogno, il giovane Descartes. La via verso la risposta passa per la trasformazione radicale di tutte le forme di sapere, sottoponendo l’attività conoscitiva umana a una torsione senza precedenti. Nella filosofia cartesiana conoscere significa elaborare strumenti capaci di indicare la direzione per liberarci dai vincoli che ci incatenano ed emancipare così il nostro pieno potenziale.

Iacopo Chiaravalli (Varese, 1991), diplomato alla Scuola Normale Superiore e laureato all’Università di Pisa, ha conseguito il dottorato presso l’Università degli Studi di Padova. Ha svolto periodi di studio all’estero (Freiburg e Leuven) ed è stato borsista di ricerca presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Nel 2018 è uscita una sua traduzione dell’opera di Jacob Klein Dalla forma al simbolo. La logistica greca e la nascita dell’algebra (Edizioni ETS, Pisa), con introduzione e note di commento. Oltre che su Cartesio, ha pubblicato saggi sulla matematica antica e moderna, sull’idealismo tedesco, sulla fenomenologia e sul dibattito contemporaneo riguardo il concetto di “modernità”.

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