Il libro esplora, nella forma di una storia delle idee, in che modo la tecnica è al centro di molte utopie e distopie. Preliminarmente vengono discusse due questioni. La prima è la varietà delle forme in cui il pensiero utopico/distopico si manifesta. La seconda è il modo in cui la tecnica compare nelle utopie/distopie, in relazione alla sua reputazione in epoche diverse. Seguono tre percorsi attraverso le utopie e le distopie che si sono fronteggiate nel contesto delle rivoluzioni scientifiche e tecnologiche: la scienza sperimentale fra Seicento e Settecento, la seconda rivoluzione industriale dell’Ottocento, la cibernetica, l’intelligenza artificiale, la robotica nel Novecento. Ogni percorso è un intreccio di scenari e nodi concettuali che emergono da testi di vario genere, soprattutto da testi narrativi. Alcune scelte, come la Nuova Atlantide di Bacone, sono obbligatorie, altre sono sorprendenti, come il terzo viaggio di Gulliver, altre ancora forse inattese, come i testi distopici di Verne e la fanta-filosofia di Stanislaw Lem.
Mario Fierli, già Direttore Generale del MIUR e professore a contratto nella Scuola di Specializzazione per Insegnanti, si occupa di epistemologia dell’educazione tecnologica e storia della tecnica, con particolare riferimento al pensiero di Charles Babbage e di Ada Lovelace. È autore di molti contributi scientifici apparsi su riviste specialistiche e in volumi collettanei. Tra le sue monografie, Algoritmi, automi e calcolatori, Lo Scaffale (1971); Guida alla tecnologia, Editori Riuniti (1982); Tecnologie per l’educazione, Laterza (2002).