Tra il 1713 e il 1714 si svolge un breve scambio epistolare tra Nicolas Malebranche, considerato allora il maggior filosofo di Francia, e Jean-Jacques Dortous de Mairan, giovane e promettente studioso, destinato a un brillante futuro di divulgatore scientifico. Dortous de Mairan ammira il grande Malebranche, il cui pensiero ha sapientemente coniugato cartesianismo e cristianesimo, razionalismo e professione di fede, ma ha anche letto l’Ethica di Spinoza, rimanendo particolarmente colpito dal rigore delle argomentazioni. Chiede allora al suo corrispondente una confutazione dello spinozismo altrettanto rigorosa e, soprattutto, argomenta lungamente quella che percepisce come una pericolosa prossimità del pensiero del ‘cristiano’ Malebranche a quello dell’‘ateo’ Spinoza nel riferimento che entrambi fanno a Dio dell’«estensione», ovvero dell’essenza stessa della materia. Pur riluttante a parlare di un filosofo verso cui prova solo «avversione», Malebranche si vede infine costretto a esprimersi puntualmente, per difendere la sua innovativa teologia razionale dall’accusa di essere sull’orlo del «precipizio» dell’ateismo e del materialismo.
Cristina Santinelli ha insegnato Storia della filosofia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Urbino. Studiosa del pensiero moderno, si è occupata di storia dello spinozismo nella filosofia e nella letteratura italiana, nell’ambito di un interesse prevalente per i temi epistemologici e ontologici del pensiero seicentesco ha pubblicato contributi su Descartes, Malebranche, Hobbes, l’occasionalismo. Per i tipi di ETS (Pisa 2000) ha curato la traduzione del dialogo di Malebranche Entretien d’un Philosophe Chrétien, et d’un Philosophe Chinois, sur l’existence et la nature de Dieu.