Il pensiero di Wittgenstein rappresenta una delle indagini più originali e affascinanti sul linguaggio. Attenta al problema del significato, ai confini che separano il dicibile dall’indicibile e ai rapporti tra la parola e l’azione, la sua opera continua a essere oggetto di numerosi dibattiti e a generare importanti contributi alla ricerca filosofica. Ripercorrendone continuità e punti di rottura, questo libro offre uno studio approfondito del concetto di “forme di vita” e una lettura rinnovata della meditazione wittgensteiniana. Senza tralasciare di evidenziarne le incoerenze, il volume mette in luce alcuni aspetti essenziali del pensiero del filosofo viennese, sollevando la questione dei rapporti tra “natura” e “cultura” e ponendo in rilievo i suoi tratti etico-politici.
Marco Gigante ha conseguito la laurea in Ingegneria civile e il dottorato di ricerca in Filosofia e Scienze della Formazione. È autore del saggio Il dovere di non essere sé stessi. La filosofia dell’il y a nell’opera di Emmanuel Levinas (Mimesis 2016) e di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche. I suoi interessi di ricerca comprendono la filosofia del linguaggio e l’estetica. Attualmente è Cultore della Materia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e professore di storia e filosofia al Liceo.