Il corpus delle iscrizioni di Sapanta, incise su croci ligee in un piccolo cimitero rurale del nord della ROmania, nella regione carpatica del Maramures, è stato poer lo più fotografato, riprodoto e in parte citato in base a un criterio di curiosità per ciò che può sembrare 'esotico' o stravagante: come già prova l'ossimoro del nome "Cimitero allegro", suggestivamente dato al complesso di Sapanta. Grazie al carattere pittoresco e alla spontaneità delle microbiografie contadine, narrate in prima persona, in uno stile naif -tanto da costituire un pendant reale alla famosa Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters- i testi suscitano l'interesse del lettore amante di forme culturali 'autentiche'. L'epitaffiio in versi racchiude pdunque un'esistenza, scegliendo i dettagli meno solenni della vita terrena: le croci di Sapanta vengono così a costituire una possibile variante degli archivi di storia orale, della memoria individuale e collettiva, in cui il "racconto della vita" ci viene trasmesso dai diretti protagonisti. Il volume presenta l'edizione di oltre trecento testi epigrafici romeni, accompagnati dall'apparato critico, dalla traduzione italiana e da un'ampia introduzione, il che rende per la prima volta accessibile agli studiosi di linguistica romanza e di demoantropologi un patrimonio che è purtroppo soggetto al lento degrado del tempo.