L'espansione incontrollata delle tecnologie se ha esposto l’individuo a nuove forme di vulnerabilità ha altresì cambiato radicalmente lo stile comunicativo tra personaggi pubblici e cittadini. L’interazione del corpo con la macchina espone a possibilità e, al contempo, a pericoli inediti. Districarsi tra centinaia di notizie, immagini, interazioni, conversazioni, offerte, identità, molte delle quali potrebbero essere malevole oppure generate da bot, diventa sempre più difficile, fino a rasentare l’impossibilità a causa della rapida ascesa del deep-fake. Possiamo dunque ancora pensare l’“infosfera” in termini di “verità”, “realtà” e “senso comune”, magari aggiungendo il prefisso “post-”, o si tratta di categorie oramai superate? Dall’altro lato, l’emergere di un registro personalistico e confidenziale tra pubblici poteri e cittadini, senza la tradizionale mediazione degli esperti, è alla base di molti fenomeni di difficile categorizzazione, che spesso sfociano in polarizzazioni estreme. I concetti politici tradizionali si dimostrano resilienti di fronte ad essi? Le nuove tecnologie hanno alterato il modo di concepire l’azione politica?
Antonio Masala è professore associato di Filosofia Politica presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Coordinatore delle attività internazionali per il medesimo Dipartimento.
Veronica Neri è professoressa associata di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. È responsabile scientifica del Polo della Comunicazione del CIDIC (Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura) del medesimo ateneo.