L’affascinante figura di Pier Paolo Pasolini, la sua vita e la sua multiforme opera si prestano a essere osservate da una pluralità di angolazioni prospettiche, creando fascinazione e insieme possibili moti repulsivi e d’inquietudine, per il tono spesso drammatico e perturbante che lo ha animato nell’intimo e artisticamente: la sua opera suscita in genere interesse, attrazione, inquietante seduzione. A partire da svariate angolazioni paradigmatiche, in particolare da quella pedagogica, il testo analizza la figura e la personalità straordinariamente creative di Pasolini, come anche il suo costante desiderio di autodistruzione, servendosi di un’osservazione critica delle sue “scritture”: non solo le sue opere letterarie, poetiche e cinematografiche ma anche i suoi manoscritti, dall’adolescenza fino a pochi giorni prima della terribile morte, come pure i tanti casi giudiziari a suo carico. L’apporto di esperti della scrittura intende far luce non solo sulla poligrafia pasoliniana nel suo essere materia letteraria, poetica, cinematografica ma anche sulla scrittura manuale del grande poeta di vite spezzate, notevolmente espressiva di una umanità tanto geniale quanto controversa.
Roberto Travaglini è professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dove insegna Metodologia della ricerca pedagogica e Pedagogia del gioco, e dove è direttore del master in “Pedagogia e educazione del gesto grafico”. È co-direttore di «Graphos. Rivista internazionale di Pedagogia e didattica della scrittura». Tra le sue più recenti pubblicazioni ricordiamo: Pedagogia e educazione dell’attività grafica infantile (ETS, Pisa, 2019) insignito del premio Siped; Pedagogia della creatività (Aracne, Roma, 2020); Osservare i processi educativi (ETS, Pisa, 2022).