Lo scrittore Grigol Robakidze era ben noto negli ambienti letterari degli anni Dieci e Venti del Novecento in Georgia. Nel 1917-1921, assieme a poeti, prosatori, pittori, attori georgiani e russi, diede origine nella capitale Tiflis (oggi Tbilisi) a una vita artistico-letteraria ricca e tumultuosa. Nel 1931 abbandonò la Georgia, convertita dall’Armata Rossa in una repubblica sovietica, e trovò rifugio in Germania. Lì condivise il movimento di pensiero spiritualista, religioso e mitologico dominante, infervorandosi per Hitler e Mussolini. Nella sua opera troviamo una esaltazione per i miti, recepita da Nietzsche, nonché una convinta critica della tecnica, come in seguito avrebbe asserito Heidegger, in quanto livella, omologa e uccide la natura, strappando e sradicando l’uomo sempre più dalla terra.
Luigi Magarotto ha insegnato Lingua e Letteratura russa, nonché Lingua e Letteratura georgiana presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. È membro dell’Accademia delle Scienze di Georgia. Tra i suoi libri: L’avanguardia dopo la rivoluzione (Savelli, 1976), La letteratura irreale. Saggio sulle origini del realismo socialista (Marsilio, 1980), L’annessione della Georgia alla Russia 1783-1801 (Campanotto, 2004), La conquista del Caucaso nella letteratura russa dell’Ottocento: Puškin, Lermontov, Tolstoj (Firenze University Press, 2015). Con Gianroberto Scarcia ha tradotto Važa- Pšavela, L’uomo che mangiò carne di serpente e altri poemetti (Campanotto, 1996).