Le voci qui raccolte esplorano le dinamiche e le sfide linguistico- semiotiche insite nella traduzione di opere letterarie postcoloniali, rivolgendo un’attenzione particolare ai testi poetici. La traduzione, metafora dell’attraversamento per antonomasia, offre differenti spunti di riflessione su mondi diversi, più o meno distanti tra loro, in cui riflessioni sul genere e sul colore si intrecciano a questioni di appartenenza, subalternità e posizionamento sociale. Confrontandosi con l’estrema varietà di forme in cui si cimenta la letteratura postcoloniale in lingua inglese, il volume si propone di ripensare le pratiche traduttive e editoriali in un’ottica più inclusiva, svincolata da paradigmi etnocentrici e capace di riflettere la complessità della realtà odierna, fatta di colori, generi e storie molteplici che, quotidianamente, interagiscono tra loro. Le quattro sezioni - “Alterità ed etica del tradurre”, “Attraverso forme e codici”, “Decolonizzare il testo: lingue, spazi e corpi” e “Ri-pensare la traduzione” - analizzano le azioni diverse legate alla traduzione, perché tradurre implica comunque e prima di tutto un movimento, una mossa, un tentativo di comprendere e di accorciare le distanze aprendosi all’alterità. Tradurre è un atto: con le parole di Abdelkébir Khatibi, “Nel momento in cui ti parlo/ nella tua lingua, / io divento te senza esserlo, / perché mi cancello nelle tue tracce”.
Nel volume sono raccolti i contributi di: Aminat Emma Badmus, Elena Basile, Giovanni Bassi, Simona Bertacco, Roberta Cimarosti, Pietro Deandrea, Alessandra Di Maio, Elisa Fortunato, Antonella Francini, Paola Loreto, Renata Morresi, Marco Petrelli, Biancamaria Rizzardi, Lorenzo Santi, Andrea Sirotti, Valérie Tosi, Nicoletta Vallorani.
Simona Bertacco è Professoressa di Studi Postcoloniali e di Traduzione presso l’Università di Louisville, negli USA. Si occupa di letterature postcoloniali anglofone in relazione a questioni di genere e di traduzione. Ha pubblicato, con Nicoletta Vallorani, The Relocation of Culture: Translations, Migrations, Borders (2021) e, con Pamela Beattie e Tatjana Soldat-Jaffe, Time, Space, Matter in Translation (2022).
Alessandra Di Maio è Professoressa Associata di Letteratura inglese all’Università degli Studi di Palermo, dove insegna Letteratura Anglofona e Studi Postcoloniali. Africanista, ha tradotto in italiano Wole Soyinka, con cui ha curato l’antologia Migrazioni/Migrations (2016) e il numero speciale della rivista Transition “The Black in the Mediterranean Blue” (2021). Tra le sue pubblicazioni Tutuola at the University (2000), Wor(l)ds in Progress (2008), La letteratura nigeriana in lingua inglese (2020) e Black Italia (2024).
Biancamaria Rizzardi è Professoressa Ordinaria di Letteratura inglese all’Università di Pisa, dove insegna Letteratura inglese e Letteratura dei Paesi di Lingua Inglese. Gli ambiti di ricerca a cui ha maggiormente dedicato gli studi sono: Shakespeare e gli Elisabettiani, Poesia Romantica e tardo Vittoriana, gli Studi Postcoloniali, Letteratura Canadese anglofona, gli Studi sulla Traduzione. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Spots of Time: Lectures on the English Literary Tradition (2020), Selfie poetici: il punctum bathesiano nella poesia di Margaret Atwood e di Patricia Young (2021) e insieme a Dennis Looney e Daniela Fargione, il numero della rivista Co- SMo “Dante and Us: The Reception of Dante in Modern AngloAmerican Culture” (2022).