Chi parla di «mondi globali» considera il tema della globalizzazione, forse già abusato ma non ancora chiaramente definito, alla luce della pluralità di prospettive da cui intervengono in e su di essa i soggetti individuali e le identità collettive, che costituiscono i nuovi centri di influenza accanto agli stati e alle imprese transnazionali. Gli attori, che sono ormai molteplici e agguerriti (movimenti politici e di opinione, organizzazioni pacifiste e ecologiste, consorzi di consumatori, agenzie di stampa, chiese e sette, gruppi etnici, organizzazioni e ordinamenti sovranazionali, nuove e vecchie categorie di immigrati) complicano il quadro di un mondo unitario, mostrandone le fratture e i confini interni. In modo particolare, essi non si limitano né a seguire i piani d’azione di potenze occulte né a reagire supinamente a imperativi funzionali di omologazione forzata, la cui realtà è soltanto presunta. Entrambe le letture dei fenomeni contemporanei mostrano come siano all’opera le riedizioni di antichi miti.