I capitoli di questo libro, esclusi il primo e il decimo, illustrano un nucleo di pensiero formatosi tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’80. Delle ulteriori elaborazioni e sviluppi l’Autore ha scritto nei lavori riuniti nei due libri editi da Borla nel 1999. Ma i temi della psicoanalisi come metodo, della funzione analitica della mente, della formazione del Sé, del percorso dall’asimbolico al simbolico, delle angosce di base, già ricevono un inquadramento teorico ed una espressività operativa in questo primo nucleo di pensiero. Gli sviluppi attuali della riflessione psicoanalitica, si deve dire con particolare merito degli psicoanalisti italiani, confortano molte delle idee esposte. Questi sviluppi della psicoanalisi, per lo più ancorati alla rilettura di tracce ed indirizzi insiti nell’opera di Freud, ricevono stimolo dal cimento analitico con condizioni mentali più o meno primitive e dal conseguente viraggio verso il prerappresentazionale, nella situazione analitica, con cui gli analisti oggi sono impegnati. Giovanni Hautmann. Nato a Firenze nel 1927 da famiglia di cultori di arti figurative giunta in Italia dalla Baviera a metà dell’ottocento, vi si è laureato in medicina e vi esercita come psicoanalista. Formatosi presso la Società Psicoanalitica Italiana ad essa appartiene dal 1963. Come membro ordinario e analista di training ha contribuito allo sviluppo dell’attività formativa ed istituzionale della Società di cui è stato anche Presidente dal 1986 al 1990. Ha pubblicato contributi clinici e teorici specie sulla Rivista di Psicoanalisi, raccolti nei volumi Il mio debito con Bion e La psicoanalisi tra arte e biologia pubblicati da Borla nel 1999. Analista a tempo pieno, in istituzioni del Servizio Sanitario Nazionale ed Universitarie, oltre che attività di consulenza e di direzione, ha svolto prevalentemente opera formativa tramite la conduzione analitica di gruppi.