Di fronte alla ricerca di conciliazione tra Cristianesimo e modernità, che era in realtà uno svilimento estremo del Cristianesimo, culminante nel suo utilizzo come strumento di politica, Overbeck pone la domanda radicale sulla natura stessa della teologia, e ne scopre l’intima contraddizione: la teologia nasce per conciliare l’inconciliabile, ovvero fede e sapere, due visioni della vita irrimediabilmente contrapposte, per cui la sua stessa esistenza è frutto di illusione e compromesso. Questo volume presenta la prima traduzione italiana della Cristianità, ed è stata condotta sulla seconda edizione (1903) dell’opera, arricchita dall’Autore stesso di una Introduzione, in cui ne racconta la genesi, e di un’Appendice, in cui viene spiegato perché questo scritto si trasformò nell’esperienza determinante della sua vita di studioso. Il volume comprende inoltre un ampio saggio introduttivo di Antonia Pellegrino, che mette in rilievo i principali nodi problematici della Cristianità. La curatrice lo ha ulteriormente completato con una scheda biografica dell’Autore, una bibliografia essenziale, una sezione di schede informative e un indice dei nomi, al fine di rendere accessibile anche a un pubblico non specialistico un’opera complessa, ma di grande interesse e problematicità.