La ricezione di Walter Benjamin è stata a lungo dominata dal conflitto tra una lettura teologica e una lettura politica della sua opera. Gershom Scholem considerava il saggio dedicato da Benjamin a Franz Kafka nel 1934 una delle prove testuali più convincenti del debito dell’amico verso l’ebraismo. Ancora oggi, quando l’edizione critica è ormai conclusa e molti materiali d’archivio sono diventati di pubblico dominio, rendendo obsoleto il vecchio aut-aut tra interpretazione teologica e interpretazione marxista, la passione critica di Benjamin per Kafka getta nuova luce sull’antica questione. Ricostruendo l’interesse di Benjamin per Kafka nell’orizzonte della cultura ebraico-tedesca e del dialogo con Scholem sulla filosofia del linguaggio, questa ricerca si propone di spiegare il significato cruciale del saggio su Kafka negli anni in cui Benjamin concepì e sviluppò il progetto dei Passagen.