Da Omero in poi la cultura occidentale ha eletto l'isola a sfondo privilegiato delle proprie storie e l'ha investita di significati diversi, trasformandola nel corso della tradizione letteraria da arcana sede del sacro e del mito a spazio principe dell'utopia, da trionfante emblema del colonialismo e dell'imperialismo a palcoscenico claustrofobico dei peggiori incubi dispotici contemporanei. Ciò è tanto vero in una letteratura come quella inglese che, oltre ad essere essa stessa voce di un'isola e della sua cultura profondamente e orgogliosamente insulare, ha attirato nella propria orbita letterature provenienti da altre isole ancora, dall'Irlanda alla Nuova Zelanda alle Indie Occidentali, la cui posizione satellitare rispetto alla madre patria ha contribuito ad enfatizzarne gli aspetti di alterità, che nell'immagine dell'isola trovano da sempre pregnante oggettivazione. E' proprio questo il percorso tracciato dal presente volume, che accoglie viaggi romanzeschi e poetici, toccando isole reali e immaginarie, osservate ora dalla rassicurante posizione di chi si trova al "centro", ora attraverso la lente deformante e dissacrante della marginalità.