Con Memorie e fughe ci troviamo sul versante più problematico della narrativa di Pea.
Vero è che la gran parte degli scritti che vi sono raccolti risale a date postbelliche, ma la prosa memoriale tiene qui un tenore di impostazione impegnato su nuclei concettuali portanti, e pare investire i congegni fondativi del cosmo immaginativo dello scrittore secondo misure consapevoli quant’altre mai, nonché di una rara pensosità che fa tutt’uno con le antiche prove di questa scrittura.
Il Pea di questi racconti ha forse raggiunto l’equilibrata e ricercata mimesi dei mezzi narrativi, caricandone gli elementi d’espressione delle più profonde rifrazioni interiore.
(Marcello Ciccuto)