La parola divano non ha bisogno di commenti: sotto l’alta tutela goethiana gli autori hanno cercato di procedere per le vie della letteratura comparata, ad un tempo ampie e asperrime, tanto più seducenti perché impervie. Si è snodata così una teoria in cui la sequenza, pur non obbligata né codificata, pure presenta un proprio ritmo e duttile rigore: dal problema schiettamente comparatistico, che nel nome di Pindaro e di Hölderlin vuole anche alludere all’indispensabilità delle letterature classiche per la comprensione di quelle moderne, al confronto fra due autori coevi (Filone Alessandrinio e Seneca) appartenenti a due ordini e mondi concettuali che non si vogliono più incompatibili; dall’attrito di due personalità saturnine, Andersen e Kierkegaard, al rito di nozze antiplatoniche celebrato ne Le petit prince di Saint-Exupéry; dal discordo e bicordo di mito e letteratura modulato sul ritmo della cerva aurea al movimento della (tutt’altro che catartica) macchina da presa bergmaniana (Come in uno specchio), fino alla clausola di un’armonia errante fra due voci, l’una all’altra ignote in quasi-unisono: Leopardi e Chopin.
Gli autori qui riuniti a confronto e colloquio costituiscono un gruppo di studio formatosi
intorno all’insegnamento di «Letterature comparate» presso l’ateneo genovese:
Francesca Sensini [1974] sta preparando un dottorato di ricerca in «Études Germaniques» (Università di Nizza); Michele Croese [1970]
lavora in campo musicale e, dopo il diploma
in pianoforte e la laurea in lettere, sta studiando organo e composizione organistica; Danilo
Bonanno [1969], bibliotecario e cultore
di comparatistica presso la Facoltà di Lettere
e Filosofia, ha al suo attivo varie pubblicazioni, su autori classici (Eschilo), medievali e moderni (Cavalcanti, Petrarca, Tasso, Oscar Wilde);
Paola Graffigna [1961] e Silvio Curletto [1953], insegnanti di scuola media superiore,
sono attivi da tempo nell’ambito, rispettivamente, della filologia giudeo-ellenistica e della mitologia comparata; Renzo Olivieri [1948] ed Enrica Salvaneschi [1947], oltre a svolgere la loro
attività critica nell’ambito dei rispettivi
insegnamenti («Linguistica slava» e «Letterature comparate»), collaborano da anni nel tentativo
di superare l’accademismo specialistico
senza negarne il nucleo indispensabile
di rigore filologico.