Di Maria Montessori, la più nota nel mondo tra i pedagogisti italiani del Novecento, sono qui seguite secondo un itinerario originale le tappe della sua esperienza culturale passata dall’antropologia all’antropologia pedagogica, dall’educazione speciale alla metodologia educativa della seconda infanzia fino alla pedagogia generale con accenti anche pacifisti e utopici. Vengono poi riportati i giudizi su di lei dei pedagogisti e filosofi italiani del suo tempo, di tono negativo e stroncatorio, diversamente da quelli di altri paesi, specie per il permanere da noi di preconcetti paternalistici e autoritari (salvo poche eccezioni, come quelli del suo maestro Sergi, della Società Umanitaria di Milano che ha stabilmente collaborato con lei, e di Credaro). È quindi illustrato il rilievo del ruolo dell’insegnante, della cultura, del «curricolo», della «programmazione», ben presente anche se discreto e non esibito nella pedagogia montessoriana. Ne risulta il quadro sorprendentemente complesso di una Montessori ricca di ispirazioni e articolazioni educative, tanto sul piano didattico concreto che nelle prospettive ideali. Giacomo Cives è professore ordinario f.r. di Storia della pedaggia presso l’Università «La Sapienza» di Roma e vicepresidente del C.I.R.S.E. Ha anche insegnato presso le Università di Chieti e di Bari. Tra i suoi lavori: G. Lombardo Radice. Didattica e pedagogia della collaborazione [1970]; La filosofia dell’educazione in Italia oggi [1978]; Attivismo e antifascismo in G. Lombardo Radice [1983]; L’educazione in Italia [1984]; La sfida difficile. Famiglia e educazione familiare [1990]; La pedagogia scomoda. Da P. Villari a M. Montessori [1994]; Il bambino e la lettura. Testi scolastici e libri per l’infanzia [1996, con F. Cambi]. Ha curato La scuola italiana dall’Unità ai nostri giorni [1990].