ALLEGATA CARTOGRAFIA
dei capoluoghi di provincia
della Toscana
Più in generale ci potremmo forse chiedere oggi, se i nostri archetipi di città sono attuali. Il dilatarsi delle sfere di relazione, il loro perdere di significato in relazione all’esperienza diretta e specifica, l’informatizzazione e la globalizzazione, per dirla con un termine attualissimo, avranno reso obsoleto, il tradizionale modo di concepire e organizzare gli spazi? Il vettore tempo, nel significato attribuitogli da Prigogine, ha assunto valori incredibilmente accelerati, tanto che il consumo di tempo, e degli «eventi» che esso trascina con sé, è la variabile oggi dominante nel mondo. La cultura dell’immagine si rivolge direttamente alla sfera delle emozioni saltando a piè pari quella speculativa. In questo senso avrà ancora senso parlare di comunità locali, di valorizzazione delle relative risorse, di luoghi di significato collettivo? O diverrà invece attuale la città fatta di «non luoghi», dove la rappresentazione dei sogni collettivi sarà affidata al consumo delle grandi illusioni, e dove si realizzerà il paradigma della città della massima comunicazione vissuta in luoghi pregni d’incomunicabilità?