A che cosa ci riferiamo, che cosa precisamente attribuiamo a un oggetto, quando usiamo l’espressione «è bello»? Di che cosa è esperienza l’esperienza estetica? Leibniz respinge l’idea che la bellezza sia una proiezione soggettiva sulle cose, pur riconoscendo che la sua percezione varia col variare del modo di rappresentare e spiegare il mondo. Partendo dalla presentazione di alcuni
aspetti della teoria leibniziana della conoscenza, il volume esamina le forme che il bello assume sul piano della rappresentazione sensibile, dell’immagine scientifica e, infine, della descrizione metafisica della realtà, mostrando il collegamento della concezione del bello alle questioni cruciali del perché le cose sono e del come sono comprese, nelle quali teodicea e logodicea si saldano.