Moses Mendelssohn è stato per un trentennio, dalle prime pubblicazioni anonime (1755) alle grandi opere della maturità come Jerusalem (1783) e Morgenstunden (1785), il più autorevole esponente dell’illuminismo tedesco, e precursore del movimento illuministico ebraico noto come Haskalah.
Il suo contributo all’estetica, nella tradizione filosofica che conduce da Baumgarten a Kant, ma arricchita dal confronto con personalità vicine all’esperienza dell’arte come l’amico Lessing, è ancora oggi sottovalutato. Questo libro ricostruisce in particolare la teoria del linguaggio e della poesia: articolata nelle distinte categorie del bello e del sublime, la poetica di Mendelssohn conduce all’ideale storicamente determinato della lirica ebraica nei Salmi, in sintonia con il tardo pensiero politico e religioso del filosofo.