Da sempre la letteratura si nutre di letteratura. Nel dialogo incessante che i testi intrecciano tra di loro il presente risponde al passato, attualità e memoria, progresso e custodia si confrontano in una dialettica complessa e mutevole. Nel Novecento, transiti e passaggi trasformano in maniera decisiva le categorie percettive ed estetiche creando un panorama scintillante di scritture e di generi ibridati. Attraverso lo studio di testi significativi di quattro autori del Novecento di lingua tedesca, Hugo von Hofmannsthal, Thomas Mann, Christa Wolf e Elfriede Jelinek, si sono voluti rintracciare i modi, le ragioni e le implicazioni di tale trasformazione. Sottraendosi ad un’intelligenza statica e individualistica del testo, queste opere si aprono ad una considerazione critica che richiami le scritture che costituiscono il loro tessuto dialogico e intertestuale per mostrarne le stratificazioni e i contorni pluriautoriali. In questo modo la novità dei testi si rivela comunque legata al rapporto con la tradizione e alla sfida poetica che la creazione sia ancora una volta possibile.