Il salmo '35 (34) ci é pervenuto con un testo ebraico abbastanza lacunoso, alterato nel corso della trasmissione testuale e comunque, almeno in alcuni punti, troppo oscuro e per noi di difficile e ambiguo intendimento. L'autore si é imposto quindi il compito scientifico di una risostruzione critica del testo, della sua interpretazione letterale e di una esegesi che fosse chiara e quanto più possibile aderente alla composizione originale. Ciò non poteva non portarlo ad una serie di considerazioni - fondate prevalentemente sugli elementi testuali forniti da medesimo salmo - per intendere la natura del possibile avvenimento causante, e le condizioni personali del compilatore stesso di quel canto sacro. Per passare poi ad una audace, ma necessaria, meditazione sul "silenzio" di Dio. Il complesso di questo lavoro si colloca a metà strada tra esegesi e lettura meditativa del testo, cercando di unire il rigore scientifico con la riflesione su una dolorosa esperienwa umana, universale.