"Mangiate e bevete senza parlare, in silenzio". Così recita uno dei motti che accopagnano gli affreschi sei-settecenteschi della Certosa di Calci. Questo libro apre una finestra sulla vita cenobitica dei certosini attraverso una ricerca storico-documentaria e culinaria. Dai registri settecenteschi del priore Giusepppe Alfonso Maggi è stato infatti possibile ricavare uno spaccato sulle abitudini alimentari dei monaci , non senza qualche curiosità. Contrariamente a quello che si pensa, l'ordine certosino proibisce l'astinenza: l'alimento, infatti, é inteso come strumento per il sollievo del corpo nel silenzio imposto nel refettorio. Uno "strappo alla regola" avviene durante le visite di importanti personaggi nel complesso monastico pisano, primi fra tutti i granduchi di Toscana, per i quali si predispongono magnifici banchetti. Da qui l'idea di creare un piccolo ricettario di pietanze per le "tavole di magro e di festa", alcune non più proponibili (é il caso della carne di lontra), tutte le altre ancora oggi eseguibili.