Il testo propone una lettura della Coscienza di Zeno particolarmente attenta ai valori fondativi e strutturanti dell’umorismo, inteso nella sua dimensione filosofica di apertura, conoscenza e partecipazione. I temi e i perché del ridere s’intrecciano così all’analisi del più celebre personaggio sveviano, per coglierne alcuni tratti dell’esilarante nevrosi, ma soprattutto per riflettere sugli obiettivi e le segrete risorse di questo stesso sentire umoristico.
Qual è infatti l’implicita forza dello «sguardo su di sé»?
Dalle incandescenti vicissitudini giovanili, fino alla più stemperata saggezza della maturità Zeno sembra spesso avvertire, quasi con tragicomica passione, tutto il ridicolo e la gratuità del vivere quotidiano. Dunque una livida e snervante acquisizione della realtà, che nel suo continuo intendere
e comprendere diventerà però come una vera e propria chiave di volta, il tramite d’eccezione per arrivare alla pacata e disincantata accettazione di sé, degli altri e di quell’irriducibile malattia che sempre è la vita.