Il volume analizza La locandiera del 1952, vertice della creatività teatrale di Luchino Visconti. Modello di un modo radicalmente nuovo di rappresentare le commedie dell’autore veneziano, lo spettacolo sfida una consolidata tradizione scenica. Il taglio rigoroso e realistico, filtrato da un attento interesse storico e sociologico, una protagonista razionale e volitiva, finalmente libera dagli stereotipi di una scontata civetteria femminile, le originali “citazioni” dal romanzo settecentesco, dal melodramma e dalla pittura contemporanea sono gli ingredienti di una regia che ha ispirato la storia degli allestimenti goldoniani del secondo Novecento.