La nostalgia può cessare di essere chiusura, depressione, malattia e farsi passione, sentimento creativo, costruzione fantastica?
E la responsabilità, come pensarla nell’epoca del disincanto se non come autonomia morale, sovranità e autodeterminazione che non esclude la dimensione relazionale?
La felicità è qualcosa che ci capita, che imprevista accade, atto di grazia, pienezza dell’istante o esperienza della realizzazione di sé che si compie nell’arco di un’intera vita?
E la memoria, non è anch’essa scelta, richiesta di passato che vince il timore dell’oblio?
Domande – forse grandi passioni – che, attraverso il dialogo e la riflessione filosofica, esistono ancora e trovano impreviste soluzioni.
Nomi autorevoli della filosofia italiana offrono sguardi diversi sui grandi temi dell’uomo, sulle domande dal quotidiano.