In che cosa credere? In una religione che non sia un’illusione ma un peculiare rapporto tra uomo e Dio, una relazione di apertura che vuole la meraviglia e in cui filosofia e religione si incontrano.
Credere nella scienza. Ma in quale sapere? Il sapere segreto e occulto o il sapere pubblico e democratico, quello iniziatico, patrimonio per pochi, o quello universale, comprensibile a tutti, pensiero magico o pensiero razionale?
Credere in un’etica che ripensi la vita morale e politica, superando la dicotomia tra moralità della giustizia e moralità della compassione, scoprendo in quest’ultima una dimensione sociale e pubblica capace di promuovere un processo di democratizzazione.
Credere nel governo di sé, facendo dell’etica un’arte che renda capaci di trasformare il desiderio in energia per crescere e per incontrare l’altro.
Credere nella storia come progresso, guardando al cambiamento e al futuro come a un progetto che sappia tener conto di una realtà che sfugge alla pianificazione.
Nomi autorevoli della filosofia italiana offrono sguardi diversi sui grandi temi dell’uomo, sulle domande dal quotidiano