Cornici in pietra artificiale con motivi geometrici e floreali; finestre e portali decorati con testine femminili dai capelli fluenti; fregi a graffite o dipinti o in ceramica con foglie, fiori e animali. No, non stiamo percorrendo la famosa passeggiata di Viareggio o i viali di Ardenza, di Lucca o di Firenze, su cui prospettano splendidi e noti edifici di gusto liberty. Siamo invece a Pisa. Accanto ai palazzi storici e nei quartieri in prossimità delle mura non è difficile scorgere ancora oggi segni dell’architettura del primo Novecento, malgrado l’avvento del razionalismo in età fascista, i danni della guerra e le operazioni di ricostruzione abbiano ridotto il numero degli edifici di gusto eclettico-liberty ad un esiguo gruppo di esemplari sparsi nella città e nella immediata periferia. Proponiamo qui tre itinerari per un primo approccio alla lettura di questi segni architettonici e decorativi che spesso sfuggono anche all’occhio del visitatore più attento. È l’inizio di una ricerca in corso che intende definire una più completa mappatura di presenze liberty in città e in provincia.