L’opera prende in esame i concetti basilari per la nostra esperienza del mondo, quelli di sostanza: come sono acquisiti, come funzionano e come sono stati fraintesi nella letteratura filosofica e psicologica.
Con un radicale distacco dalle teorie correnti sulla natura dei concetti, la tesi centrale di Ruth Garret Millikan – una delle figure più creative e innovative dell’attuale panorama filosofico nordamericano – è che i concetti di sostanza non sono modi di classificare, ma abilità complesse a identificare e reidentificare cose con le quali organismi umani, e non umani, si trovano ad interagire nel mondo.
Oltre a questa nuova prospettiva sui concetti di sostanza, sono di particolare interesse le riflessioni sulla natura delle abilità, l’analisi dettagliata dell’atto psicologico del reidentificare sostanze, la discussione dell’interdipendenza linguaggio-pensiero, e la critica dei modelli a linguaggio del pensiero per la rappresentazione mentale.
Sfondo teorico della riflessione di Millikan è che la cognizione umana sia il risultato evolutivo di forme primitive di vita mentale e di funzioni nel senso biologico del termine. In questo quadro viene offerta anche una concezione del linguaggio come strumento di percezione diretta del mondo.
È un libro di sicuro interesse per studenti e ricercatori nell’ambito della filosofia, della psicologia e delle scienze cognitive. In un tono diretto e colloquiale, con capitoli concisi e ricchi di esempi, lo stile di Millikan riesce a rendere chiari anche i punti di maggiore intensità teorica. Il libro si rivolge così anche al lettore non professionale.