In coedizione con Edizioni di Cineforum
Una delle idee di partenza era il desiderio di capire perché, per parlare della cosiddetta realtà, ci affidiamo tanto spesso alle metafore, allusioni ed elusioni al tempo stesso – e perché, tutto sommato, queste ultime ci colpiscono spesso più di una dichiarazione diretta. Lo stesso discorso vale ovviamente per quello che, ancora una volta, potremmo chiamare un cinema realistico – ovvero vale per tutto il cinema, come per ogni altro linguaggio – ma forse il fantastico offre un’occasione di verifica privilegiata: vedere l’impossibile ha in sé una valenza emotiva e stupefacente in cui le speranze e i timori possono configurarsi con una forza maggiore che in altri casi. E’ con emozione tutta particolare che si osservano i mostri e ci si riconosce in loro, oppure che si vede esteso fino al futuro il nostro presente quotidiano. La paura e i desideri ci colpiscono spesso più a fondo di un ragionamento.