Attraverso documenti inediti rinvenuti negli Archivi di Stato di Pisa e di Firenze, il volume ricostruisce la vicenda di un’importante collezione di dipinti, appartenuta nel Seicento al fabbricante di cera pisano Andrea Menichini. L’avvincente racconto, che si dipana come un vero e proprio giallo, ripercorre le fasi della formazione e della dispersione di questa raccolta, già segnalata per la sua alta qualità al cardinale Leopoldo de’ Medici e che annoverava opere attribuite a famosi artisti italiani e stranieri: da Jacopo Bassano a Agnolo Bronzino, da Caravaggio a Antoine van Dyck, da Domenichino a Nicolas Poussin e Guido Reni, da Orazio Riminaldi e Salvator Rosa a Pieter Paul Rubens, oltre alle sculture riferite a Donatello e Giambologna. L’amore mostrato da questo imprenditore per i dipinti, che acquistò in maniera sconsiderata, fino al punto da mettere in crisi la sua attività industriale, offre un efficace spaccato dell’ambiente collezionistico cittadino della metà del Seicento.