Scritti a Vienna nel 1754 per le riflessioni quaresimali dei membri di una delle Corti europee più inclini alla devozione verso la Croce e la morte di Cristo, i Sei duetti latini sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo vanno annoverati tra i maggiori, più suggestivi ed originali frutti dell’arte di Nicola Antonio Porpora (1686-1768). In essi stile antico e moderno, italiano e francese si fondono per dare vita ad un ciclo animato da una nuova concezione settecentesca della musica reservata, intesa come espressione di pietas.
I mottetti scritti nel 1744 e nel 1745 per la Figlia di coro Angiola Moro sono, invece, il chiaro indice dell’ordinaria attività di Porpora nell’ambito dell’Ospedale dei Poveri Derelitti a Venezia, composizioni nate in seno alle esigenze liturgiche e di “spettacolo” (in senso lato) proprie delle pubbliche attività di culto dell’istituzione, in un momento storico in cui il compositore venne assunto per rianimare l’allora stagnante e decadente vita musicale dell’ente.
L’edizione critica di queste musiche è corredata da studi introduttivi dedicati alla recezione e ai significati (musicali e simbolici) dei Sei duetti, all’attività di Porpora negli Ospedali Grandi veneziani e all’interpretazione di alcuni elementi notazionali peculiari usati dal compositore negli autografi dei mottetti.