I racconti degli ultimi cinquant’anni rappresentano sempre di più soggetti non unitari, doppi, incerti, ibridi, confusi nel corpo e nell’anima anche quando un corpo reale non c’è: primo fra tutti il cyborg, figura tipica dei romanzi di fantascienza, spesso in cerca di un’identità. In una categoria semantica classica come naturale vs artificiale, l’ibrido sta ancora cercando il suo posto.
Anche un audiovisivo trasversale come la computer grafica rappresenta questo essere-che-supera-i-confini in molti modi. In questo territorio nuovo e ancora inesplorato si è consumata prima che altrove una piccola rivoluzione che lentamente viola il confine tra soggetto e oggetto, naturale e artificiale, umano e non. Si tenta in questo studio una panoramica di alcuni casi-tipo, raccolti in un campo quasi sconosciuto per la totale mancanza di distribuzione commerciale: il cortometraggio di computer animation. Il protagonista di questa storia non è né un mero oggetto, né un classico soggetto, ma il processo di costituzione di un soggetto a doppia identità (cosa/uomo). Dal tema del quotidiano magico, all’utilizzo della sinestesia come figura attiva a tutti i livelli di significazione, si cercheranno le tracce di un nuovo soggetto del fare che per definizione trascende qualsiasi definizione.