Nevio fu una figura di grande rilievo, a lui si ispirarono sia Plauto che Terenzio, e Volcacio Sedigito lo collocò al terzo posto nel canone dei migliori commediografi romani. Ma della sua opera non restano che piccoli frammenti. Il presente lavoro approfondisce alcuni problemi dei versi comici neviani, per i quali prospetta nuove soluzioni. La discussione si sviluppa prevalentemente su un piano filologico (esegesi, metrica e critica del testo), ma non trascura gli aspetti più generali della commedia di Nevio, e della sua collocazione nella storia del teatro latino.