Il volume apre nuove prospettive sull’arte, la vita e i costumi pisani, visti e descritti nel corso di sette secoli da un centinaio di viaggiatori anglofoni di varia estrazione e formazione culturale: da Chaucer, grande padre della letteratura inglese, che contribuisce a diffondere il mito di Ugolino, a illustri contemporanei come Spender, Boyd, Grono e Porter. Provenienti anche dall’Australia e dal Canada, gli autori qui rappresentati includono i giovani rampolli dell’aristocrazia britannica, impegnati fra Cinque e Seicento a riempire il diario del Grand Tour di zavorra erudita e amare riflessioni sulla desolazione di una città che un tempo fu una fiorente repubblica marinara. Figurano anche famosi prosatori sette-ottocenteschi, da Walpole e Godwin alla Radcliffe e Wilkie Collins, che ambientano a Pisa scene dei loro romanzi “gotici”, e sono altresì presenti noti esperti di architettura, pittura, musica e scultura, da Robert Adam e Charles Burney a John Ruskin e John Addington Symonds, i quali, oltre a inserire nelle lettere ai familiari vivaci descrizioni di una celebre Università o del Gioco del Ponte, della spettacolarità di una Lumi- naria o della rovina degli affreschi nel Camposanto, sanno riconsegnarci straordinarie visioni di una città perduta. Sullo sfondo dei monumenti di Piazza del Duomo, o percorrendo viali alberati e silenziosi lungarni, altri celebri scrittori incontrano stupiti quei cammelli di San Rossore che, fino a metà Novecento, hanno contribuito a conferire un aspetto decisamente esotico a una città già nota come culla di innovatori delle arti e delle scienze. info: http://www.edizioniets.com/anteprime/88-467-1108-4_Curreli/