Nell'opera di Nietzsche una visione dinamica del mondo si contrappone, con radicalitą, al meccanicismo e al teleologismo e riesce a dar conto di tutta la complessitą di una natura estremamente variegata. Rispetto a questa natura l'uomo cessa di essere qualcosa di estraneo e si prefigura come un elemento accanto agli altri molteplici elementi che la costituiscono. Questo il terreno di indagine in cui si muove il presente lavoro. Ne emerge il ruolo fondamentale di una biologia dell'autoregolazione e di una cosmologia del caos che, oltre ad evidenziare l'influsso costante delle scienze ottocentesche (Roux, Mayer, Vogt, Helmholtz ecc.) sulla visione nietzscheana del mondo, implicano il riconoscimento da parte del filosofo dell'irriducibilitą del diverso all'identico e del complesso al semplice dal punto di vista ontologico, gnoseologico ed etico-sociale. Un Nietzsche che, attraverso le sue ipotesi sullo sviluppo dell'essere vivente, sull'organizzazione del mondo, sul rapporto tra l'organico e l'inorganico, appare in singolare consonanza con alcune delle pił recenti teorie scientifiche e gnoseologiche.